Esportazione: intervista a Margherita Tomasello

Posted by | aprile 23, 2014 | Espansione | No Comments
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Palermo e le esportazioni. Che tipologia di merci si esportano da Palermo?

Principalmente vini, marmi e il comparto dell’agroalimentare in genere.
Ma con la chiusura di varie industrie, tra le quali la Fiat di Termini Imerese, il volume delle esportazioni si è dimezzato.
Basti dire che fino ad alcuni anni fa il porto era servito da cinque compagnie di spedizioni navali, oggi ne rimane solo una. Ciò è significativo, infatti, a Palermo le spedizioni non possono che passare dal mare, essendo il mezzo più conveniente economicamente. Palermo è un porto di passaggio. Qui le navi feeder raccolgono i contenitori che poi proseguono per i porti madre, Gioia Tauro, se destinati alle Americhe, La Spezia per il nord Europa.

L’esportazione è fondamentale per l’economia della città. Che cosa occorre per incrementarla?

Bisogna intervenire su più fronti, secondo le tipologie. Sicuramente si deve partire dalle strutture, il porto in primo luogo e i collegamenti. Poi si deve creare un sistema di servizi che fornisca agli operatori le indicazioni necessarie per vendere nei paesi stranieri, anche in sinergia con altri soggetti interessati, come ad esempio gli spedizionieri. Per le piccole imprese poi bisogna fare groupage, raccogliendole come un soggetto unico in modo da poter affrontare insieme i costi e condividere know how e competenze. Questo è molto importante. Non pochi imprenditori infatti, rinunciano al progetto di esportare i loro prodotti, quando si trovano davanti agli ostacoli, che troppo spesso non sanno come risolvere. Basti pensare che per esportare in alcuni Paesi dell’Est bisogna produrre ben undici documenti diversi.

La  sua azienda, il pastificio Tomasello, ha incrementato le esportazioni, arrivando a novecento contenitori l’anno. Come avete fatto a raggiungere questo risultato?

Anche noi abbiamo incontrato tanti ostacoli e difficoltà, che di volta in volta superiamo grazie alla nostra determinazione. Se il prodotto è di qualità, gli sforzi sono premiati. Ma non tutti, ripeto, hanno la stessa determinazione nel voler perseguire questi obiettivi, e molti si scoraggiano. Non succederebbe se trovassero aiuto nelle istituzioni. (Intervista di Dora Di Cara).

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